Sala LIII: L'agricoltura, la pastorizia e l'agrimensura
La vita agricola e le relative cognizioni teoriche sono antichissime presso i romani, che in età repubblicana e al principio dell'età imperiale ebbero insigni trattatisti in materia rurale (Catone, Virgilio, Columella). La documentazione riguarda l'allevamento del bestiame, la coltura delle api, la coltura del grano, della vite, dell'olivo, degli ortaggi e infine le colture importate dall'oriente.
Nella sala, oltre a rappresentazioni figurate, sono presenti calchi di epigrafi e ricostruzioni di attrezzi agricoli, sono inoltre aggiunte notizie particolari sulle varie operazioni agricole e sul sistema rotativo nella coltivazione del grano.
E' anche ampiamente testimoniata la scienza agrimensoria, anch'essa antichissima nell'Italia centrale, con esempi di limitazione romana del suolo, le cui tracce si sono conservate attraverso i secoli nelle nostre campagne.
L'assegnazione di un territorio romano a privati era preceduta da una regolare misurazione e divisione del suolo (limitatio).
Il procedimento tipico consisteva nel tracciare una linea, che normalmente aveva la direzione da oriente ad occidente, detta decumanus, e un'altra ad essa perpendicolare, detta cardo.
Quest'operazione veniva svolta in forma solenne seguendo un preciso rituale, per la costituzione di una colonia, di una comunità di altro tipo o per qualsiasi assegnazione agraria. I cardini e decumani, limites, erano allo stesso tempo confini e strade.